“A tutti i cristiani, religiosi, chierici e laici, maschi e femmine,a tutti coloro che abitano nel mondo intero,frate Francesco, loro umile servo, ossequio rispettoso,pace vera dal cielo e sincera carità nel Signore”.(dalla Seconda Lettera ai fedeli” di S. Francesco d’Assisi)
Abbiamo voluto custodire e rinvigorire la memoria delle radici, esprimere gratitudine al grembo da cui siamo state generate con la celebrazione dell’Anno Miradiano (2 febbraio 2013-15 dicembre 2013), in occasione del 150° Anniversario della Nascita di Madre Miradio.
Abbiamo voluto ringraziare la Provvidenza Divina, invocare lo Spirito, Datore di ogni dono perfetto, perché ci aiuti a ravvivare la profezia delle origini, condividendo fedelmente e creativamente la sollecitudine della Chiesa chiamata oggi a “educare alla vita buona del Vangelo” questa umanità amata e redenta dall’Eterno Amante, bisognosa di segni credibili soprattutto da parte di coloro che il Maestro ha chiamato perché “stiano a Lui vicini”.
Abbiamo voluto celebrare l’Anno Miradiano lontano da logiche retoriche e trionfalistiche, che non si addicono alla semplicità della vita della nostra Madre.
Abbiamo voluto viverlo come Festa di Famiglia, come occasione favorevole e preziosa per ritrovare i sentieri delle origini, per riprendere il cammino con il ritmo dei passi con cui la Fondatrice li ha tracciati e per prima li ha percorsi, e con lei continuare a dare vita ad una Congregazione comunionale, serva, evangelizzatrice. È stato bello ritrovarci tutte insieme provenienti dai cinque continenti dove siamo presenti.
Ci siamo rivolte a tutti: alle famiglie, e all’interno di esse ai nostri fratelli anziani ed adulti, con un’attenzione particolare ai bambini e ai giovani, che sono stati oggetto della cura materna di Madre Miradio e la consolazione della sua anima.
Voglio ricordare con voi alcuni passaggi della Lettera del Segretario dello Stato Vaticano, Cardinale Tarcisio Bertone:
“Il Papa richiama con forza tutte le Religiose Francescane di S. Antonio a poggiare saldamente su Cristo e sulla perenne novità del Vangelo la quotidiana risposta di vita, continuamente sostenute dall’esempio della venerata Fondatrice. Sorgente inesauribile del cammino spirituale di ciascuna sia il Cuore di Cristo. Attingendo alla fonte viva di Colui che è mite e umile di cuore, anche il giogo della sequela diventa dolce e leggero. L’assidua contemplazione del mistero di amore del Verbo incarnato, crocifisso e risorto rende capaci di cooperare con zelo e sacrificio per la salvezza dei fratelli.
Le celebrazioni della vostra Famiglia religiosa coincidono provvidenzialmente con l’Anno della Fede, voluto dal Santo Padre “perché susciti in ogni credente l’aspirazione a confessare la fede in pienezza e con rinnovata convinzione, con fiducia e speranza e sia anche occasione propizia per intensificare la celebrazione della fede nella Liturgia, e in particolare nell’Eucaristia” (cfr Lett. Ap. Porta fidei, 9). La fede viva e la carità operosa sono stati i due pilastri su cui Madre Miradio ha fondato la sua vita e che l’hanno spronata ad impegnarsi nelle sue tante iniziative apostoliche” (Lettera del Segretario dello Stato Vaticano, Cardinale Tarcisio Bertone, 2 febbraio 2013).
Perché possa essere un Anno di Grazia per noi e per tutti, abbiamo chiesto e ottenuto da Benedetto XVI il dono di poter lucrare l’Indulgenza Plenaria in tutti gli oratori della nostra Congregazione.
Le celebrazioni a livello generale e locale hanno visto una buona e coinvolta partecipazione dei nostri fratelli laici. Questo ha confermato la Fama di Santità di cui gode la nostra Fondatrice.
A livello generale desidero ricordare il Convegno Miradiano del 25/28 luglio 2013: ha rappresentato per tutte noi un piccolo “Capitolo delle Stuoie” con il quale abbiamo celebrato la spiritualità di comunione tra noi e con la Chiesa.
Per rendere più forte la memoria delle radici, abbiamo voluto che i “segni”, che ci raccontano la vita e il cammino di fede di Madre Miradio, possano essere visibili a tutti. Per questo sono stati allestiti il Percorso Miradiano e la Sala della Memoria di Madre Miradio presso la Casa di Ariccia.
In questo Anno Giubilare abbiamo percorso spiritualmente “le Vie della nostra Storia miradiana” e abbiamo visto come è necessario estrarre del Carisma i valori che più chiaramente possono parlare agli uomini e alle donne di oggi.
Per quantità e contenuto, le Lettere rappresentano la sezione più corposa degli Scritti.
Il numero maggiore di esse è conservato nell’Archivio della Curia Vescovile di Melfi-Rapolla-Venosa (PZ).
Le Lettere sono tutte autografe. Dalla calligrafia si deduce che alcune, pur siglate da Madre Miradio, sono state redatte da altre suore, verosimilmente sotto dettatura, soprattutto nei vari momenti di infermità.
“A me povera creatura manca la parola…" scriveva la Madre a Mons. Francesco Vento, Vescovo di Caserta, nel 1906.
È vero, le Lettere si presentano in un stile sobrio: la scrittura è lineare, il lessico non molto variegato o ricercato (comunque adoperato con una certa maestria e proprietà), indice di una personalità non incline ai formalismi: qua e là si evidenzia qualche errore ortografico e una punteggiatura non sempre adeguata. Generalmente il tono è familiare, discorsivo, molto spontaneo e delicatamente colorito. Madre Miradio riesce così in maniera rapida a comunicare notizie, a esprimere opinioni, ad avanzare suggerimenti, a chiedere pareri e consigli, a evidenziare difficoltà, a contrattare condizioni… E con la stessa rapidità irradia profondi e genuini sentimenti di rispetto, di riconoscenza, di stima e di premura.
Soprattutto nelle Lettere alle Suore trapela un intenso atteggiamento materno, che lascia intuire attenzione e vicinanza sia alle persone che alle situazioni che esse vivono.
Quello che spesso emerge è il ricorrente e insistente interesse per l’Istituto e le Suore, delle quali la Madre non perde occasione di rilevare lo spirito di sacrificio e di servizio con cui operano nelle varie e diverse realtà in cui sono presenti.
Per esse chiede e ad esse assicura continuamente preghiere, benedizioni, incoraggiamento, protezione.
Nonostante tutto, per quanto vi ha profuso della propria esperienza e della propria interiorità, Madre Miradio ha saputo rendere questi Scritti uno strumento utile per l’edificazione del Regno, un segno tangibile della propria vicinanza e comprensione, della propria partecipazione di “Madre”. Non solo per le sue figlie, ma per quanti “le vie misteriose della Sua Provvidenza” mettevano sul suo cammino.
Numerosi passaggi nelle Lettere testimoniano di un’esistenza fondata sulla fede, la capacità di saper leggere nelle prove fisiche, morali, spirituali la volontà di Dio ricercata con tenacia ed intraprendenza non comune, il coraggio di difendere, con tutte le forze e con i pochi mezzi a disposizione, il Carisma che il Signore le ha consegnato.
Le parole che leggiamo disegnano, insomma, il profilo di una donna ora forte ora remissiva, ora rigida ora umanamente comprensiva, ora tenera ora esigente, sempre con chiarezza di intenti e di vedute.
Un cospicuo numero delle Lettere di cui finora disponiamo è indirizzato a Mons. Alberto Costa, Vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa dal 1912 al 1928. Da esse traspare la sintonia di animo e il profondo rapporto filiale stabilito con questo Pastore, che è stato particolarmente vicino alla Fondatrice e alla vita e missione dell’Istituto e le ha sempre mostrato interesse e sollecitudine.
Possiamo constatare con quanta semplicità e limpidezza Madre Miradio sottoponeva a Mons. Costa (ma anche agli altri Ordinari delle Diocesi dove erano presenti le altre Case) il suo operare per averne l’approvazione e la benedizione. Nei vari momenti di bisogno dell’Istituto è a lui che ricorre con sentimenti di arrendevolezza, venerazione, stima, ma anche con decisa libertà interiore; a lui si raccomanda per la revisione e approvazione delle Costituzioni, e chiede consiglio per l’esame canonico delle giovani che devono vestire o professare.
Queste Lettere sono molto importanti per conoscere Madre Miradio come persona, come Fondatrice, come figlia ubbidiente della Chiesa.
Nelle Lettere non troviamo … astratte elevazioni, né trattati di vita spirituale, di mistica o altro di simile. Sono scritti “occasionali”, che le circostanze quotidiane dettano: espressioni di gratitudine, quindi, problemi di amministrazione, trasferimenti, difficoltà di salute, chiarificazioni, richieste, relazioni fraterne, nuove vocazioni… Pur nella loro apparente varietà, tali aspetti non sono slegati tra loro. Anzi, raccontano il dinamismo ordinario di una vita che si svolge dal di dentro della trama di ogni giorno. Le problematiche sono distillate in ordine di importanza e c’è sempre un’apertura fiduciosa alla Provvidenza di Dio.
In alcune Lettere, soprattutto quelle indirizzate a Suor Antonietta Salvatore, Vicaria Generale, troviamo dettagli riferiti ad oggetti, cibi, conti, che ad un occhi superficiale possono apparire futili e banali, ma che in realtà contribuiscono ad arricchire il quotidiano a cui fanno riferimento rendendolo autenticamente reale e donando a chi legge la sensazione di averlo condiviso e di esserne stato partecipe.
Molte Lettere registrano i progressi, le stasi, i problemi relativi a lunghe pratiche per l’apertura e la gestione delle varie case. Ma nonostante questo sono preziosi insegnamenti, raccolti qua e là, come fiori rari su una parete di roccia.
Disseminate tra le varie righe, ci è possibile recuperare alcune espressioni che, ripetendosi con una certa frequenza, appaiono come il leit-motiv, il punto-forza dell’esistenza e della spiritualità di Madre Miradio: richiami alla Gloria di Dio e al bene comune, alla volontà di Dio e alla sua Provvidenza, al bene dell’istituto… Soprattutto queste “tracce” vanno interpretate attentamente perché nascondono un tesoro prezioso: semplici frasi o, a volte, anche un solo termine rivelano una grande umanità e una profonda fede.
Suor Tanina Nicolaio
Ariccia, 13 giugno 2001
L'istituto delle Religiose Francescane di S. Antonio, originariamente denominato delle Povere Figlie di S. Antonio, suscitato dallo Spirito Santo nella Chiesa per onorare e servire Gesù Cristo e i fratelli, è di diritto pontificio ed è aggregato, fin dalle origini, all’Ordine dei Frati Minori.La spiritualità di Madre Miradio, che possiamo definire francescano-miradiana, è la spiritualità dell’incarnazione e della kenosis, propria della “serva dei poveri”, umile, semplice, caritatevole, abbandonata alla Provvidenza".
(cfr. Madre Miradio, Cost. 1926, 4)
fede per credere sempre che Dio non vuole né permette il male e il dolore, ma fa tutto per trasformarlo in bene per la nostra vita.
Le parole di Madre Miradio fanno eco alle parole di Maria di Nazareth: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. Il SI di Maria richiama quella “disponibilità incondizionata” che Madre Miradio ha voluto come dimensione fondamentale della spiritualità della sua Congregazione.
Maria ha potuto cantare che Dio ha fatto in lei cose grandi perché ha saputo dire di si.
E Madre Miradio è consapevole che Dio fa cose grandi in chi, come Maria, si fa piccola, povera, semplice.
Ecco perché ha voluto essere “Piccola e Povera Figlia di S. Antonio”.
Madre Miradio sa che Dio opera meraviglie in chi sa, ed è convinto, che noi dipendiamo da Dio, che siamo sospesi tra il nulla che è la nostra vita (“io povera creatura”) e il Tutto che è Dio, nostro fine, Signore della Storia, per la cui Gloria desidera spendere la sua esistenza. La creatura si consegna al Creatore.
Nella vicenda umana e di fede di Madre Miradio, Maria, la Vergine Immacolata, ha dunque un posto eminente e da lei impara ad essere madre e ad amare con “cuore materno”.
Nella sequela di Cristo ogni Religiosa Francescana di S. Antonio, sull’esempio di Madre Miradio, si associa alla scuola di Maria, che venera con particolare devozione. Si impegna a vivere l’amore di Maria, come figlia, sposa e madre, totalmente consacrata al Signore, e con lei, Madre della Chiesa, si dedica apostolicamente all’avvento del Regno.
La RFSA manifesta il suo culto speciale verso la Vergine Immacolata Madre di Dio, esprimendolo, “in un oceano di contento, di amore e di santa esultanza”, con l’amore filiale e la pratica di esercizi di pietà individuali e comunitari, tra i quali il santo Rosario.
“Desiderosa di vedere il Signore lodato ed amato mi domandai sempre che cosa potevo fare io povera creatura per ottenere quanto bramavo, finchè nel 1901, aiutata ed incoraggiata dal mio Direttore di spirito il P. Luca da Boscoreale mi decisi a fondare un nuovo Istituto, che posi sotto la tutela del grande Taumaturgo S. Antonio di Padova, per cui lo denominai: “Istituto delle Povere Figlie di S. Antonio”.
Madre Miradio non solo accoglie e fa sua una spiritualità specifica, quella francescana, ma guarda anche ad un modello particolare: Antonio di Padova, “quel Santo che se ebbe amore per l’umanità, ebbe uno speciale trasporto per le Vergini”.
L’Istituto ha, quindi, come titolare e patrono Sant’Antonio di Padova, scelto come modello della vita consacrata ed apostolica, perché discepolo e perfetto imitatore di san Francesco.
Educata alla scuola francescana, Madre Miradio affida ad Antonio di Padova il suo Istituto, non solo perché è il “grande taumaturgo” amato dal popolo, ma perché nella vita di questo Santo trova quegli elementi distintivi che stanno segnando la sua stessa vita.
Antonio, come lei:
È l’uomo dell’equilibrio: dà importanza allo studio, ma non si allontana dal contatto con il popolo; dialoga con i potenti, ma non ha paura di denunciare i loro soprusi.
È il difensore, la voce dei poveri: ha chiari i doveri del suo stato religioso, ma non dimentica i poveri e gli oppressi: combatte l’usura, lotta per modificare leggi ingiuste e perché tutti abbiano l’essenziale (il pane!) per vivere.
Di Antonio Madre Miradio vuole imitare:
la vita contemplativa,
il servizio umile,
l’impegno sociale a favore dei poveri e degli oppressi,
l’impegno educativo,
l’amore alla Scrittura e allo studio.
Quanto questi elementi della vita e del pensiero di Antonio, che Madre Miradio ha fatto suoi, influiscono con incisività oggi nel nostro essere e fare?
Oggi più di ieri, sul suo esempio, siamo chiamate a vivere e a testimoniare lo stile di povertà evangelica, la ricerca delle vie di contemplazione e di servizio ai fratelli, la valorizzazione della cultura, il saper camminare con la Storia e nella Storia ed essere dentro di essa donne di fede.
“Cercare la Gloria di Dio”: è lo scopo ultimo della missione che Madre Miradio ha prospettato alla nostra Congregazione. Cercare la Gloria di Dio vuol dire riconoscere Dio quale Signore della Storia dell’umanità e della propria storia personale. Se Dio è Signore, l’atteggiamento teologale che ne consegue è quello di prendere coscienza della condizione creaturale o filiale. L’atteggiamento conseguente a questa scoperta, di sapersi cioè in una condizione creaturale, è un fiducioso abbandono in Dio, alla Sua Provvidenza amorevole.
L’abbandono alla Provvidenza è quindi un atteggiamento di fede, che porta a fidarsi e affidarsi ciecamente “di e a Lui”, con una fiducia profonda che investe totalmente la nostra esistenza. Abbandonarsi alla Provvidenza vuol dire abbandonarsi all’azione creatrice e santificatrice dello Spirito Santo, che ci illumina, ci guida e ci dà forza, per vivere da persone nuove: libere e liberanti. Come Abramo. Come Madre Miradio.
Madre Miradio della Provvidenza di S. Gaetano: gli occhi della mente e del cuore fissi in Dio per discernere la sua adorabile volontà in ogni situazione e il fiducioso abbandono nelle sue mani, sono gli atteggiamenti spirituali che il suo nome significa e sintetizza. Il riferimento a S. Gaetano rafforza l’esplicitazione di tale abbandono nelle mani provvidenti del Padre.
Inconfondibile caratteristica francescana, l’abbandono alla Provvidenza costituisce la dimensione portante di tutto il cammino di fede di Madre Miradio, il tratto essenziale della sua spiritualità: tutta protesa a percepire e a cogliere il passaggio di Dio nella propria storia e nella storia degli uomini, si fa donna dell’ascolto e della dedizione amorosa a Dio, vivendo lo stupore dei piccoli e dei semplici del Vangelo di fronte alla immensa grandezza e tenerezza del Padre e modulando i ritmi dei propri passi sui passi di Dio.
Madre Miradio rappresenterà costantemente un modello di abbandono fiducioso e sereno alla Provvidenza di Dio, alla quale consegna se stessa, le sue figlie e l'Opera.
Abbandono che nel suo vocabolario non è sinonimo di passività, rassegnazione, ma coraggio di tessere la propria volontà con i voleri di Dio.
Pertanto, non riteneva fuori luogo la prudenza, anch’essa virtù, l’accortezza e una certa dose di "calcolo": disporsi alla volontà di Dio non è mai cedere in modo inoperoso agli eventi. Anzi, è a partire da essi che la volontà di Dio va ricercata, interrogando, dubitando, indagando, verificando e, infine, dandosi da fare.
Consegnata alla Provvidenza di Dio, vuole esserne a sua volta efficace strumento per gli altri, testimone credibile che il Padre ha cura di tutti.
In un mondo dove la tecnica e la secolarizzazione occupano il posto di Dio, dove la grande maggioranza dei popoli sono esclusi dalla storia, siamo chiamate:
“La Povera Figlia di S. Antonio non volendo vivere solo per se stessa ben volentieri esercita la fraterna carità”.
Queste parole esprimono la logica dell’Eucarestia: farsi dono totale, essere Pane Spezzato.
Tutto ciò che è chiamata ad essere e ad operare, la Povere Figlie di S. Antonio non lo vuole vivere da sola, ma con altre sorelle che condividono con lei la stessa identità francescano-miradiana, in un clima di famiglia, con una vera comunione di vita.
La RFSA è la donna della Chiesa, la ama in modo molto concreto e si dimostra tale nel suo operato apostolico.
Dimostra quest’ amore nell’obbedienza alla sua autorità e nella fedeltà al suo Magistero.
La RFSA sente, come Madre Miradio, la chiamata al lavoro attivo per il Regno, ad “estendere l’opera di zelo che Iddio le ispirava alla maggior Sua gloria ed al bene delle anime”.
Madre Miradio parla di “spirito di carità attiva”, una carità pronta a dare risposte alle necessità della Chiesa e del mondo, necessità che sente propriamente come sue.
La RFSA è una donna che vive nella fedeltà dinamica, cioè con un profondo atteggiamento di attenzione ai segni dei tempi, e “all’occorrenza secondo il bisogno”, come afferma Madre Miradio, dopo un accurato discernimento apostolico, annuncia con la sua azione apostolica il Vangelo agli uomini e alle donne del suo tempo.
Per la RFSA l’attenzione a Cristo apre alla figura di Maria, sempre associata al Figlio.
Ella è una consacrata mariana, nel senso che cerca costantemente di vivere come Maria:
“La Povera Figlia di S. Antonio ha scelto il Cuore di Maria Immacolata per Modello”.
Ella vive in un costante atteggiamento materno, soprattutto verso i piccoli e i poveri e ama con “cuore di madre”.
In un atteggiamento di abbandono filiale, di assoluta fiducia in Dio, Padre provvidente e misericordioso, e di disponibilità alla Chiesa e al Mondo...
... la RFSA si impegna a vivere, nella radicalità evangelica, semplicità, povertà e letizia francescana, la missione di evangelizzazione e promozione umana dei più disagiati e bisognosi, specialmente dell’infanzia e della gioventù, ...
In sintesi possiamo dire:
La spiritualità che anima la RFSA è quella francescana dell’Incarnazione e della Kenosis, propria della “serva dei poveri”, abbandonata alla Provvidenza, umile, semplice, caritatevole.
... per cercare la Gloria di Dio e il bene comune.
Tutto è nulla per la gloria di Dio e la nostra santificazione.
Lo confermano le parole di Madre Miradio:
Il Carisma di Francesco non si basa su un progetto pastorale, educativo, ma sulla radicalità della sequela Christi.
La sua forma di vita si basa su elementi molto semplici:
- vivere secondo il Vangelo (evangelicità),
Madre Miradio fa suo il Carisma di Francesco, prima tra le Alcantarine, poi lo radicalizza per un ulteriore chiamata dello Spirito.
Padre di immensa bontà,
che nella tua umile e fedele Serva
Madre Miradio della Provvidenza
ci hai offerto
una testimonianza viva del tuo amore
verso i piccoli e gli abbandonati,
dona anche a noi la carità ardente
che ha animato i suoi passi.
Ti chiediamo di glorificarla,
concedendoci per sua intercessione
la grazia che con la fiducia
imploriamo...
Per Cristo nostro Signore. Amen!
Pater, Ave, Gloria
Ti ringraziamo Dio, Padre di bontà,
che hai suscitato nella Chiesa
a servizio dei più indifesi la tua serva
Madre Miradio della Provvidenza
e ci hai rivelato in lei
la tua tenerezza di Padre.
Concedici che imitandola
nella ricerca costante della tua gloria,
viva in noi la sapienza
dei “poveri di spirito”
che in Te esultano di gioia
per il Regno!
Amen!
(Con approvazione ecclesiastica)
Curia vescovile di Albano, 16 giugno 1999